\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 LÆaltra grande istituzione dellÆEuropa cattolica, lÆImpero, non sembra presentare un bilancio corrispondente. A parte la sua rid
uzione allÆambito italo-germanico, esso appare continuamente eroso dallÆinsorgere di forze autonomistiche, particolaristiche, locali, che si affermano come nuovi centri di vita politica e sociale. Questo fermento contraddistingue, anzi, la vicenda del po
tere imperiale ben pi∙ che quella non meno travagliata delle monarchie feudali europee dentro e fuori dei suoi confini, cos∞ come assai pi∙ forte e radicale Φ nei suoi confronti la contestazione che Roma muove al potere temporale. Per fronteggiare una di
namica cos∞ complessa e dirompente gli imperatori si appoggiano allo stesso clero, oltre che a una parte dei loro vassalli contro quelli che sul momento appaiono i pi∙ renitenti. La sacralitα della loro figura nella tradizione carolingia non impedisce ch
e essi finiscano con lÆapparire i capi di un partito pi∙ che dei sovrani.\par
Nel secolo 13░ nella contrapposizione tra guelfi e ghibellini ci≥ venne ad estrinsecarsi in una molteplice ostilitα: dei fautori della Chiesa contro quelli dellÆImpero, dei so
stenitori dei diritti particolari e delle autonomie contro quelli dellÆautoritα imperiale, dei seguaci delle famiglie pi∙ legate volta per volta ad una delle due cause contro quelli delle famiglie rivali. Ma guelfismo e ghibellinismo, e in Italia assai p
rima e pi∙ che in Germania, si risolsero largamente in etichette sotto le quali erano fatti passare gli interessi immediati e specifici delle forze in campo, senza giovare neppur essi alla costituzione di forti centri politici egemonici, se non unitari.
Meno che mai gli imperatori riuscirono a stabilire un principio dinastico ereditario se non per breve tempo. Sassonia nel secolo 10░, Franconia nei secoli 11░ e 12░, Hohenstaufen nei secoli 12░ e 13░ fallirono egualmente nellÆimpresa, in questo contrasta
ti sempre pi∙ spesso dal papato. Decisivo fu lo scontro tra Roma e Federico II (1214-50). Alla fine, dopo un interregno (1254-73) e un lungo periodo di nuove oscillazioni e lotte dinastiche, la successione si sarebbe consolidata dal 1437 nella casa dÆ\b \cf4 \ATXht12231 Asburgo\b0 \cf0 \ATXht0 . Ma lÆImpero era ormai solo una confederazione dai vincoli molto deboli, presieduta da un sovrano per il quale non meno che per tutti gli altri gli interessi dinastici venivano prima di quelli della istituzione.
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Con tutto ci≥, lÆesperienza imperiale non pu≥ essere considerata unicamente nei suoi aspetti caduchi o alla stregua del fatto che la Chiesa manifest≥ una ben diversa capacitα di durata e di proiezione storica. LÆImpero rappresent≥ una istanza alta del
pensiero e del sentimento dellÆEuropa che, enucleatasi rispetto allÆOriente, usciva dallÆôassedioö e si disponeva alla sua grande fioritura medievale e moderna. Rispetto alla Chiesa esso prefigur≥ in qualche modo, e sia pure retrospettivamente assai pi∙
che nellÆattualitα, lÆidea dello stato laico e dellÆautonomia dei valori civili e politici rispetto a quelli religiosi. Fu, inoltre, in rapporto a esso che si defin∞ la personalitα storica un poÆ di tutti i paesi europei, anche al di lα dellÆambito ital
o-germanico. Il principio che i re nei loro regni (e ogni potere sovrano) non potessero riconoscere unÆistanza sovrana superiore era, anzi, un complemento e uno sviluppo delle rivendicazioni imperiali e laiche di autonomia rispetto alla Chiesa. Il concet
to moderno di sovranitα avrebbe trovato qui le sue scaturigini, rafforzate da una ripresa dei principi del diritto romano, a cui proprio lÆImpero diede impulso, specie sotto alcuni sovrani e in determinati momenti. Infine, e pi∙ specificamente, Italia e
Germania trovarono nellÆImpero la matrice della loro specifica, rispettiva fisionomia storica, contrassegnata da un pluralismo statale e politico che avrebbe ricevuto una risoluzione unitaria solo dopo molti secoli.
